Caffè amaro o zuccherato: Quale fa meno male?

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Il caffè è una delle bevande maggiormente diffuse ed apprezzate, presente in un’infinita varietà di generi, solitamente molto variegate ma che mantengono le principali peculiarità di un alimento che è entrato a far parte della cultura mondiale. In Italia in particolare abbiamo la cosidetta cultura del caffè, al punto che le discussioni in merito sono all’ordine del giorno.

Zucchero o no?

Lungo, corto, ristretto, forte, corretto sono solo alcune delle definizioni che fanno parte del mondo del caffè, profondamente legate al gusto personale e alle abitudini del singolo: nonostante venga coltivato in paesi tendenzialmente tropicali, ogni regione d’Italia ha le proprie tradizioni ed abitudine legati al caffè, come a Napoli o Roma.
Uno dei dilemmi più diffusi è quello legata allo zucchero, visto che una buona parte lo preferisce zuccherato, mentre altri amaro ossia senza aggiunta di elementi esterni.
Ma dal punto di vista salutare, è meglio scegliere il caffè con o senza zucchero?
Un caffè non zuccherato è meno calorico e permette di bruciare i grassi in maniera più efficiente ed anche l’iniezione di energia, tipica di questa bevanda, appare sensibilmente più netta rispetto alla controparte zuccherata.
Ecco perchè se avete bisogno di un effetto energetico immediato e maggiormente duraturo è meglio scegliere di berlo amaro, anche se l’effetto varia ovviamente da persona a persona.

Al netto di queste preferenze, una dose limitata a 4-5 tazzine al giorno (al massimo) di caffè non fanno “male” in senso stretto (sconsigliato solo a chi soffre di acidità di stomaco, gastrite, ulcera), come per tutte le cose l’importante è l’equilibrio.

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