Le spezie sono parte integrante di pressochè ogni cultura del mondo, in molti casi rispecchiando i luoghi e le tradizioni del paese: il peperoncino in particolare può considerarsi uno dei condimenti più apprezzati ma anche più discussi, visto che nel corso del tempo ha contribuito a creare una “fanbase” di persone amanti di cibo piccante.
Il peperoncino fa bene?
La grande varietà relativa alla pianta del peperoncino (ossia le varianti piccante delle piante che fanno parte della famiglia delle Solanaceae) sono diffuse in tutto il mondo ed hanno un grado di piccantezza, basato sulla scala di Scoville che varia molto. Il peperoncino viene sia utilizzato per la grande versatilità in ambito culinario ma anche per scopo ludico, ossia rappresenta una sorta di sfida per alcuni, che amano mettere alla prova la propria resistenza alla piccantezza. Ma il peperoncino “comune”, fa bene o male?
Le proprietà principali sono relative alla capacità di abbassare la soglia del dolore se assunto con regolarità, ma non solo: sopratutto quando non cucinato ma mangiato così com’è possiede numerose qualità come vitamine A, C, i flavonoidi, la luteina e il beta-carotene, sostanze molto utili per il nostro organismo. Il peperoncino riesce a migliorare la circolazione sanguigna ed ha anche effetti digestivi.
Quando evitarlo
Ovviamente anche il peperoncino è sconsigliato in determinati contesti, per esempio può avere effetti dolorosi per chi soffre di gastrite, chi è particolarmente sensibile alla piccantezza, al punto da indurre un’infiammazione alle vie urinarie o allo stomaco. In generale è sconsigliato per le donne incinte ed in generale un suo utilizzo costante può favorire problemi alla prostata, così come al fegato o al sistema digerente.
Quindi come per quasi tutte le cose il peperoncino può effettivamente prolungare al vita, a patto di utilizzarlo in maniera saggia e non esagerata (evitate per esempio il consumo a stomaco vuoto).
